Centro vaccinale Pegaso 2

renza martini

Penso che sarebbe opportuno avere la possibilità di comunicare con qualcuno della struttura , in caso di ritardo, pur con appuntamento prenotato, venendo da lontano, per motivi stradali non prevedibili! Invece si è costretti a ritornare a casa, dal momento che sul modulo di prenotazione viene scritto che se alla chiamata del numero non si risponde, salta tutto l'appuntamento, E BISOGNA RIPROGRAMMARE TUTTO DACCAPO, e non prima di due giorni !. E Magari ANCHE un pò di elasticità ci vorrebbe, dal momento che siamo in giro con persone anziane!

ugo rossi

Grande centro vaccinale ottima organizzazione ma manca il parcheggio

Stefano Casu

È un’esperienza mistica. Dopo l’attesa fuori si passa l’accettazione e ci si siede in attesa. Come in ogni centro vaccinale si scala di fila in fila. Certo, son passati venti minuti, ma tutto sembra normale. Quando si è finito di scalare però ci si rende conto di essere entrati in un’altra dimensione. Si va infatti in una seconda sala con due gruppi di sedie: si dovranno scalare entrambi, una fila per volta. Qui l’impazienza si mescola alla speranza:dalla porta infatti un cartello promette “vaccini” con tanto di invitante freccia. Dopo un’ora dall’arrivo finalmente una gentile fanciulla annuncia: “la prima fila può andare di sopra”. Finalmente! Sali le scale con un gran senso di liberazione e arrivi. Arrivi in un’altra sala, con molte più sedie. File e file da scalare. La reazione è la rabbia. Volano improperi, bestemmie, rimostranze, nostalgia per il Mandela, dove qualche fortunato conobbe l’efficienza. Ma la svolta avviene a metà sala. Da lì infatti si può vedere attraverso alla porta e si scopre che non ci attendono i vaccini, ma un’altra sala piena di sedie. Lo stupore si diffonde, un moto quasi ilare percorre la fila dei tuoi compagni. E si entra nella stanza successiva in silenzio. È subentrata la rassegnazione. Ma,badate bene, non una rassegnazione triste e rabbuiata . No, è una serena accettazione del destino, un’illuminazione della vera natura delle cose. Con gli altri veterani si lanciano occhiate di commiserazione per i poveri nuovi arrivati, che nella stanza prima sono ancora nella fase della rabbia e della rivendicazione. Loro non sanno. Non si rendono conto. Il vaccino che si riceve dopo è un dettaglio insignificante. E il percorso che conta, che ti cambia. Quando aspetti il quarto d’ora canonico dopo l’inoculazione, quasi ti dispiace lasciare quell’ultima sedia. All’uscita saluti i tuoi compagno con affetto. Sono tuoi fratelli di sedia. Loro sanno.

juan haina

Nulla di positivo!! Staff e medici anche avendo una certa età NON SANNO COSA SIA L'EDUCAZIONE (nessuno che risponde al buongiorno dato); NON sanno comportarsi con il pubblico (tanto che domandare qualcosa sembra che sia un fastidio); NON forniscono delucidazioni qualora ci fossero problemi nei giorni successivi al vaccino, MA soprattutto gestione dei percorsi all'interno della struttura pessimo. Quando uno entra in quel posto ci si sente in balia delle "cose fatte a caso".