Antica città romana di Ferento

Enrico Benini

Bellissimo sito archeologico romano. Gestito da volontari. Merita la visita!

Michael Lelli “19Genocide87”

Favoloso. E complimenti ai ragazzi che se ne prendono cura e che ti spiegano tante cose interessanti. E sapere che 2/3 di città è ancora là sotto fa male, tanto.

Fabio Cremonese

Bella esperienza peccato mancano le sovvenzioni

Julia

Ferento Le rovine dell'antica città romana di Ferento, sulla sommità del colle Pianicara, a 7 km da Viterbo, si estendono lungo la strada della Teverina in direzione del comune di Bagnoregio. Attraversava la città la strada pubblica via Publica Ferentiensis, che dalla via consolare via Cassia portava alle terme romane di Bakuccio e poi all'importante città etrusca, a 50 km da Roma, Falerius Nouveau, divenuta importante centro romano nel tardo periodo repubblicano. Tracce della strada, costruita come tutte le strade romane con una tecnologia speciale, con superficie basaltica, sono perfettamente conservate. Questa strada è attraversata dal Decumanus maximus (come tutte le città romane fu costruita secondo il sistema del cardo-decumanum), ai lati del quale sorgono i ruderi del teatro e delle terme, abbastanza ben scavati. Il teatro costruito sotto Ottaviano Augusto fu restaurato sotto l'imperatore Severo: sono ben visibili tracce di muratura romana opus reticolatum, in alcuni punti si sono conservate tracce di decorazioni, che era completamente rivestita di marmo e decorata con sculture, che ora sono nel National Etrusco Museo di Viterbo, tra cui copia romana della famosa statua di Pothos, il dio del desiderio amoroso, realizzata nel IV secolo aC dallo scultore greco Skopas. Nelle vicinanze sono state scavate le terme, tipiche dell'architettura romana del I secolo, con un sistema di pavimenti riscaldati, di cui sono visibili tracce, oltre a splendidi mosaici. C'era anche un anfiteatro qui, che è chiaramente visibile dall'alto quando si scatta da un drone. Non viene quasi mai esplorato, in quanto si trova su proprietà privata. Mentre il resto della città è parzialmente scavato dagli archeologi dell'Università di Viterbo. Il periodo di massimo splendore della città cade nel I secolo, la città è spesso descritta come brillante e lussuosa. Prosperò dai commerci tra il Mar Tirreno e il Tevere, dall'agricoltura, dall'estrazione e lavorazione del ferro e di importanti materiali da costruzione - tufo e pepperine. Qui vissero molti personaggi famosi, ad esempio la moglie dell'imperatore Vespasiano, Flavia Domitilia il Vecchio. Il declino iniziò nel III secolo, si hanno sempre meno notizie su Ferento, si sa che qui, sotto l'imperatore Aureliano nel 270, sant'Eutiche, vescovo di Ferento, subì il martirio. La città cadde infine in rovina tra il VI e il VII secolo, quando la popolazione di Ferento fu praticamente distrutta nelle battaglie tra Longobardi e Bizantini. Ora la zona archeologica della città romana di Ferento è aperta al pubblico per un simbolico 5 euro ed è gestita da volontari.