Indirizzo: SP142, km 3,95, 10060 Candiolo TO, Italia
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Immacolata Riccardi
Molto gentili, disponibili e cordialità ma prima di tutto umani e ti ascoltano. Sono empatici e questo spinge i pazienti ad essere seguiti con fiducia. Grazie di cuore. Non bisogna dimenticare di aiutarli nella ricerca con donazioni e testamento. Cosa che io e mio abbiamo deciso che i ns erede sarà l'ircc di Candiolo. Grazie ancora x la vostra presenza umana.
Giorgio Boero
Un punto di riferimento di eccellenza per la cura e la ricerca dei tumori in Piemonte. Sono stato trattato molto bene, personale cortese e paziente. Medici competenti ed efficienti.
Maria Scamarcio
A distanza di mesi dalla scomparsa di mia mamma rimangono ancora molti dubbi e interrogativi. Mia mamma aveva un sarcoma al braccio con metastasi al fegato. A marzo 2021 inizia la chemio e in concomitanza la radioterapia. Viene operata al Cto a luglio 2021, intervento riuscito alla perfezione, tumore asportato del tutto. Dopo poco tempo, contatto l'istituto per sapere se e come mia madre avrebbe dovuto proseguire la terapia sapendo che aveva metastasi al fegato. Viene convocata a settembre per una tac e purtroppo scopro che le metastasi si erano ingrandite ma si erano formate anche numerose adenopatie all'addome. Andiamo alla visita dall'oncologo il quale suggerisce di non fare ulteriori cure perché mia madre stava tutto sommato bene e non aveva sintomi ma di tenerla sotto controllo. Io tornai a casa perplessa perché avevo paura che la malattia potesse peggiorare ancora. Dopo un mese decidiamo di riprendere le cure. Chiedo se c'é un'alternativa alla chemio ma l'oncologo mi risponde di no e testuali parole "ogni nostra decisione viene presa facendo un bilancio tra i costi delle nostre cure e i benefici che ci aspettiamo di dare". Oltre ad arrabbiare una frase del genere lascia pensare. Mia mamma ad ottobre ricomincia la chemio e a fine dicembre fa un'altra tac, il cui referto è disponibile solo il 18 gennaio. In occasione del controllo in day hospital ritiro la tac e scopro che la malattia era peggiorata ancora di più e che c'era una raccolta ematica pelvica. Decidono di ricoverarla in degenza e ci informano che mia mamma aveva una emorragia interna e che la situazione era molto grave. Io nella speranza di riuscire ancora a fare qualcosa mi rivolgo ad un chirurgo esterno, richiedo gli esami effettuati nell'ultimo ricovero e mi viene consegnata anche una relazione stilata dall'oncologo nella quale leggo che l'intervento era stato fatto solo a scopo palliativo e che loro erano a conoscenza di questa emorragia già da settembre! Cooosa? Io non ne sapevo assolutamente nulla e rimango scioccata anche perché nella tac di settembre questo non era stato scritto, cosa che mi è stata confermata anche dal chirurgo. Nel frattempo mia mamma viene dimessa ma dopo qualche giorno comincia a stare molto male e torna al controllo in day hospital in ambulanza. Era evidente che mia mamma ci stava lasciando. Chiedo se possono tenerla in degenza perché non volevo più vederla soffrire nella speranza che potessero darle un po' di sollievo, ma viene rispedita a casa. Non solo, mi viene detto di continuare le cure con i farmaci antiemorragici a casa, farmaci che non servivano più a nulla perché mia madre stava morendo. Il giorno dopo purtroppo mia mamma ci lascia. Ora, oltre al comportamento privo di tatto e sensibilità tenuto in alcune occasioni da parte di qualche medico nei confronti di mia madre, ho la sensazione che non abbiano agito con coscienza. Se davvero sapevano dell'emorragia a settembre, perché lo hanno tenuto nascosto? Se sapevano che non si poteva fare più nulla perché non mi è stato detto chiaramente? Le avrei risparmiato altri cicli di chemio. Nonostante io sia stata sempre presente, abbia chiesto più volte spiegazioni e abbia fatto di tutto, non c'è mai stata del tutto chiarezza. Anche il medico palliativista si è meravigliato del fatto che continuassero a proporre terapie nonostante ormai mia madre stesse morendo, fino al giorno prima. Forse il destino di mia madre sarebbe stato lo stesso ma a mio avviso ci sono state delle negligenze o forse peggio avevano già deciso prima cosa fare e cosa no. Se potessi tornare indietro porterei mia mamma altrove. Spero davvero che leggano questa recensione e che provino vergogna per loro stessi.
yili zhu
bruttissima esperienza con la dottoressa Lucia Garetto, si è verificata discriminazione nel trattamento di mia madre, anche urlando contro la paziente nella sua ultimi giorni di vita, Un medico che ignora lo stato psicologico del paziente e lo sviluppo della malattia. Se non fosse stato mia madre a dirmelo, l'avrei sicuramente denunciata. Invece 10 stelle a tutto lo staff del reparto di degenza sono degli angeli mandati da Dio.
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Buongiorno Signora Renata, al seguente link trova tutte le informazioni necessarie per effettuare una donazione: https://fprconlus.it/sostieni-candiolo/altri-metodi-di-donazione/ Grazie mille per il suo sostegno alla Fondazione. Buona giornata
Deve telefonare all'istituto con l'inpegnativa in mano e dare il nominativo
Sì assolutamente
Dovrebbe esserci un bus, mi dispiace ma non le so rispondere altro,sicuramente alla stazzione le sapranno indicare il meglio
Mi dispiace ma non lavoro nell'istituto può provare ha telefonare per avere più informazioni
Vai sul sito dell'ospedale e troverai come fare.
Scriva una mail all'URP e alla Direzione Sanitaria. Protestare qui serve a poco....
Sicuramente il personale si occuperà di suo padre. Se prima della visita, lei si facesse fare un tampone, potrebbe seguirlo lei
Sul sito c'è tutto descritto anche i numeri del centralino poi ti chiederanno se vuoi visita convenzionata ASL o a pagamento
No
Non saprei...ma spero proprio di no
Le consiglio di telefonare e chiedere, la aiuteranno a prenotare la prima visita
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E
Trattate la mielodisplasia
No, dal lunedi' al venerdi dalle 8.00 alle 10.00 con accesso diretto
Non sono un dottore le consiglio di telefonare direttamente in ospedale
Ci sono specialisti per la mielidisplasia?
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